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Navigare sulle orme degli antichi barcari.

Imbarco sulla M/n Silis, dei F.lli Stefanato da generazioni barcaioli o meglio barcari sul Sile, a Quarto d’Altino dei 50 soci partecipanti e partenza seguendo l’antica via dei burci.

Il burcio era una grossa barca lunga fino a 35 m. con portata fino a 3500 quintali che trasportavano sul fiume, da Treviso alla laguna, merci di ogni genere: legname, granaglie e semi, ghiaia, laterizi e al ritorno in prevalenza il sale. Ora tra i canneti e i falaschi si possono vedere arenati in disfacimento questi giganti del trasporto fluviale.

La corrente del fiume spingeva i burci verso la foce, anche se nelle troppe anse del fiume la governabilità era precaria per la presenza di gorghi e bassi fondali, la risalita era aiutata dal traino da terra, fatto da coppie di buoi,  con la resta (tipo di corda), lungo le alzaie del fiume.

Una navigazione silenziosa tra rive coperte di vegetazione che da rifugio a una nutrita presenza ornitologica, germani reali, cigni, folaghe, tuffetti e sul camino di una villa anche alcune cicogne.

Sul fiume si affacciano i tranquilli e ridenti paesi: Casale sul Sile, con la torre della Rocca dei Carraresi, Ville del XV e XVIII secolo come Villa Gabbianelli a Lughignano, Villa Cervellini e la Chiesa di Cendon del 1727-1859, e poi l’insediamento di Silea con piazza e chiesa affacciati sul fiume.

Navigando ancora su verso Treviso sulla riva sinistra sorgono i grandi opifici moderni residui della lunga tradizione di mulini, che si affacciavano sul fiume fin dall’antichità, a cominciare dai mulini TOSO.

Infine un passaggio tra le chiuse per superare un dislivello artificiale di 4 metri in prossimità di una centrale elettrica.

Una gita veramente interessante, ravvivata dai racconti della dura vita dei barcari , del comandante  Leodamonte, del fiume come lo era stato suo padre e poi tutti i fratelli Stefanato prima di diventare operatori turistici.

Il Coordinatore della Sez. Didattica

Marino Brusaferro